Si può affermare che il Dahu è parte di una tradizione montana che va sempre più dissipandosi, rappresenta il massimo livello di adattamento alla montagna, l’esempio più estremo di comunione tra una creatura e il suo ambiente.
Alla fine tutti i luoghi sono popolati di creature misteriose e leggendarie, animali dall’aspetto e comportamento insoliti la cui esistenza si basa su poche testimonianze orali e pochi avvistamenti di dubbia credibilità, senza prove concrete. Si narra che tra i picchi e le valli delle montagne passeggia il Dahu.
Il Dahu (da pronunciare “daù”) è un quadrupede erbivoro, un cervide, che vive sulle montagne, affine a camosci e stambecchi anche se di taglia più ridotta. Ma la particolarità del dahu sta nella conformazione dei sui arti, ciò che colpisce è l’aspetto bizzarro delle sue gambe, poiché sono di diversa lunghezza.
Per la precisione, le due zampe dello stesso lato (destro o sinistro) sono più corte di quelle del lato opposto. Visto di fronte quindi, il dahu appare con due arti su un lato poggiati a terra e gli altri due “penzoloni”, che arrivano poco sotto il ginocchio delle zampe opposte.
Questa caratteristica può sembrare assurda, perché si capisce che l’animale non sarebbe in grado di camminare e mantenere un equilibrio, ma pensando all’ambiente in cui vive, si trova il senso di questa anomalia: il Dahu può camminare con facilità sui pendii scoscesi seguendo il profilo della montagna, tenendo le due gambe più corte orientate verso la vetta e le altre verso valle.
Si può intuire di conseguenza che in questa conformazione il dahu può procedere solo in un senso (orario o antiorario) intorno alla montagna su cui si trova.
Proprio per la sua impossibilità fisica a cambiare direzione, secondo la tradizione il modo più facile per catturare un dahu è posizionarsi alle sue spalle e chiamarlo con un fischio. Curioso per natura, l’animale si volterà, trovandosi con le zampe più corte a valle perderà inevitabilmente l’equilibrio. A quel punto basterà raccoglierlo dal fondovalle dove è ruzzolato, incapace di rialzarsi.